Elm

"Frammenti" di Sabrina S.

Sono abitata da un grido.
Di notte esce svolazzando
in cerca, con i suoi uncini, di qualcosa da amare.
Mi terrorizza questa cosa scura
che dorme in me;
tutto il giorno ne sento il tacito rivoltarsi piumato,
la malignità.
Le nuvole passano e si disperdono
Sono quelli i volti dell’amore, quelle pallide
irrecuperabilità?
E’ per questo che agito il mio cuore?
Sono incapace di maggiore conoscenza.
Che cos’è questo, questa faccia
così assassina nel suo strangolio di rami?
Sibilano i suoi acidi serpentini.
Pietrificano la volontà. Queste sono le colpe isolate 
e lente
che uccidono e uccidono e uccidono

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Ritorno a Est

Per ricordarmi di averlo scritto !

"Frammenti" di Sabrina S.

Mentre il porto rimpiccioliva, Nina fissava i grattacieli ancora vicinissimi. Mille braccia alzate, a puntare ognuna qualcosa. Un angolo di cielo, un aereo, la luna. Pensava all’acqua che li circondava, che li aveva visti spuntare e venir su come figli, pezzo dopo pezzo, e alle volte in cui aveva approfittato di un uragano per vederli da vicino. Spaventosa scorreva nei vicoli, scendeva le scale della metropolitana e impertinente apriva le porte barricate. Come locuste sui campi di grano, la pioggia scrosciava sulle finestre. Il mare entrava in citta’ senza permesso. Ripuliva le strade e sceglieva i pezzi da rubare. Semafori staccati, tavoli o sedie di un locale all’aperto, a volte automobili intere. Le case piu’ vicine al porto, basse e rigorosamente di legno, venivano spazzate via completamente, per essere ricostruite identiche nello stesso punto. Quasi una sfida al mare… a riprovarci dinuovo. Poi l’acqua finalmente cominciava a ritirarsi e, per…

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